Andrologia oncologica
L’oncologia è un ramo della medicina che studia i tumori, nella fattispecie, ci occuperemo dei tumori di pertinenza dell’apparato genitale maschile. Lo scopo di questo articolo è quello di introdurre alla lettura degli argomenti di oncologia andrologica più importanti, con lo scopo di indirizzare il lettore alla lettura dei singoli argomenti per una conoscenza più dettagliata.
Il tumore del testicolo è una malattia molto frequente nella popolazione maschile giovane, e rappresenta un argomento di grande importanza, non solo per la sua prevalenza ed incidenza, ma per la sua completa risoluzione, una volta che viene diagnosticato. Un tumore andrologico meno frequente, e sicuramente più aggressivo è il tumore del pene. Questo è più frequente nel maschio anziano, ed è spesso correlato ad insulti ed irritazioni croniche sul glande. Tornando al tumore del testicolo, è importante fare informazione accurata alla popolazione maschile giovane ed adolescente, perché specialmente da quando è stato abolito il servizio militare obbligatorio, diventa sempre più raro che un soggetto maschio giovane, venga visitato da un medico. La manovra che andrebbe insegnata a tutti i maschi è l’autopalpazione del testicolo, che risulta facile da eseguire ed assolutamente ripetibile. La presenza di alterazioni della superficie del didimo o un aumento di consistenza dell’organo è indice di sospetto per malattia neoplastica. Anche al minimo sospetto, conviene consultare lo specialista, che anche grazie all’utilizzo dell’ecografia potrà fare una diagnosi accurata. Nel caso si appuri la presenza di un tumore il trattamento d’elezione è l’asportazione del testicolo, dell’epididimo e di parte del funicolo spermatico. In molti casi questo può essere il trattamento definitivo, se però questo non basta, si procede con il trattamento adiuvante, che oggi è quasi sempre rappresentato dalla chemioterapia. La guarigione del tumore del testicolo oggi è una situazione quasi sempre possibile, ma richiede una diagnosi in tempi brevi. Il tumore del pene è una situazione, fortunatamente, molto più insolita, ed è di facile diagnosi, perché è una lesione esterna, e quindi la diagnosi è quasi sempre obiettiva. Si è discusso sulla possibile associazione tra lesioni precancerose, e tumore del pene. Ci sono alcune forme di eritroplachie, cioè lesioni ispessite di colore rosso che possono degenerare in senso neoplastico, non è ben chiara invece l’associazione tra infezione da HPV e tumore del pene. L’HPV infatti è un virus piuttosto pericoloso pe la mucosa genitale femminile, ma non sembra essere altrettanto pericoloso su quella maschile. Tuttavia lesioni da HPV, vengono trattate anche nell’uomo, alfine di prevenire contagi per via sessuale e quindi esporre la donna al rischio di tumore della cervice uterina. Qualche volta è necessario, eseguire una biopsia per avere il supporto di un esame istologico, che ci fornisce informazioni sul livello di infiltrazione del tumore nella cute. Il trattamento d’elezione del tumore del pene è l’intervento chirurgico. Tranne che non si tratti di forme estremamente superficiali, l’intervento chirurgico prevede anche l’asportazione dei linfonodi inguinali. Il tumore della prostata è un argomento che riguarda l’apparato genito-urinario, ed è anche di una notevole incidenza. La classe più colpita è quella adulta, sopra i 50 anni. Questa è la ragione per la quale partendo da questa età si comincia ad eseguire i controlli periodici. Una pietra miliare nella diagnosi del tumore della prostata è il PSA o antigene prostatico specifico. Quest’ultimo rappresenta una siero-proteina prodotta dalla prostata in condizioni differenti. Queste vanno dalla ipertrofia prostatica benigna alle prostatiti, ed anche al tumore della prostata. La sintomatologia di questa malattia è silente almeno nelle fasi iniziali della malattia, pertanto la diagnosi deve necessariamente prevenire la comparsa dei sintomi. La diagnosi viene fatta con la biopsia della prostata che consiste nel prelevare alcuni frustoli, almeno 12, quindi si procede alla lettura al microscopio. L’istologia oltre a darci una risposta in termini di positività o di negatività, ci fornisce indicazioni sul livello di aggressività della malattia.
Il punteggio sull’aggressività è espresso in un numero chiamato gleason e che può andare da due a dieci, dove due è il punteggio minimo e dieci è il punteggio più alto. Se la prima biopsia risulta negativa, e ci si trova di fronte ad un PSA in crescita, può essere utile eseguire o una risonanza magnetica con bobina endorettale, con prelievo mirato della eventuale area sospetto si procede ad una seconda biopsia tradizionale. Il trattamento di scelta nella cura del tumore della prostata è l’intervento chirurgico o la radioterapia. Entrambe le procedure sono valide in termini di risoluzione oncologica della malattia e con effetti secondari sovrapponibili. Questi sono principalmente la incontinenza urinaria ed il deficit erettile. Tra le tecniche chirurgiche abbiamo la prostatectomia laparoscopica roboitcamente assistita (RALP), la prostatectomia laparoscopica (VLRP), la prostatectomia radicale retropubica (RRP) e la prostatectomia perineale. Tutte le tecniche si sovrappongono in termini oncologici, solo la perineale, ha come differenza l’impossibilità ad asportare i linfonodi. Ci sono evidenze scientifiche che la prostatectomia robotica consente una più rapida ripresa della funzione urinaria rispetto alle altre tecniche, anche se a distanza di un anno tutte le tecniche si sovrappongono. Anche la radioterapia offre più tipologie di tecniche, come la radioterapia a fasci esterni e la brachiterapia. Nel primo caso il paziente è sottoposto ad una irradiazione dall’esterno, in varie sedute. Nel secondo caso invece si procede all’inserimento nella ghiandola di aghi con proprietà radioattive. Una volta che il paziente è stato sottoposto alla procedura chirurgica, o alla radioterapia, deve essere seguito nel tempo, sia clinicamente che con il monitoraggio del PSA. Questo può subire delle piccole oscillazioni nel tempo, che vanno attentamente valutate per essere pronti ad intervenire con dei trattamenti adiuvanti. Questi possono andare da una radioterapia adiuvante o ad una terapia farmacologica. Questa si basa sulla inibizione dei livelli di testosterone circolanti, ed è eseguita con alcuni farmaci. Nel caso la malattia sia andata in progressione clinica, e ci sia comparsa di metastasi, si possono eseguire trattamenti chemioterapici molto efficienti. Da poco tempo si è introdotto anche un nuovo farmaco radioattivo, il Radio 223. Il tumore dell’epididimo, il tumore dell’uretra sono forme rarissime di malattia, che non vengono affrontate in questo sito.